Foto di Umberto Schirosi. |
Buondì! Oggi a Flash Papers su Radio Flash 97.6 dalle 18 alle 19.30 avremo ospite UN POETA. Sorpresa, non vi dico chi è, ma insomma, è un fantastico poeta e siamo tutti contenti. Compreso Mike, il microfono numero 4 della radio che qui sotto ha voluto raccontare proprio di quella volta che in radio è arrivato un poeta...
Mike #6
E
quindi eccoci qui. Nella radio dove vivo, da dove vi racconto queste vicende
radiofoniche. Dopo l’inventore di fiori per bambini, il fisarmonicista Abramo, e tutti
gli altri, pensavo oggi di dirvi di quella volta che di qui è passato un
poeta.
Durante
la scaletta mi era preso il panico. Gli speaker si esaltavano con questa cosa del
poeta. Il problema mio era che, in quanto microfono, mai avevo sentito nominare prima una simile parola. Poeta, mi sembrava il nome di una pianta (tipo petunia) o di
un insetto (non so perché, mi faceva pensare al bombo, quell’animaletto verde smeraldo
brillante che vola d’estate) o di un edificio instabile, come una palafitta.
Mah. Spero che vorrete perdonare le mie fantasie da microfono, come sapete, non
sono altro che un dispositivo di trasmissione del suono, in certe cose non ci
arrivo proprio.
Comunque
la fortuna è dalla mia parte, sempre, in qualsiasi circostanza, l’avrete
capito.
E
anche quella volta la dea bendata, che voleva chiaramente aiutarmi a scoprire cos’era
un poeta, mi aveva fatto capitare sotto il naso (cioè sotto la graticola
argentata, questa qui, da cui sento le cose diciamo e da cui passa l’aria) un
pc portatile, sulla pagina di Wikipedia alla voce poeta.
(A quanto pare non ero
il solo a non sapere di chi o che cosa si trattasse).
Disambiguazione - Se stai cercando altri
usi della parola Poeta,
vedi Poeta.
E ho pensato. Ah, ok. Cominciamo
bene, anzi male, malissimo.
In senso stretto un poeta è uno scrittore di poesie. Il
sostantivo deriva dal verbo greco ποιεω (traslit. poieo), il cui significato
letterale è "fare".
Quindi? Come dire che un “giornalista è
uno scrittore di giornali”. Boh. Allora poetare vuol dire fare. Vabè.
Ne sapevo meno di prima, e il poeta, il
tizio, il fattore, facente o che dir si voglia, stava per arrivare in radio.
Era questione di minuti. Non che alla fin fine mi importasse sul serio eh, però
la curiosità, non so, mi stava logorando l’anima. Tanto per farvi capire.
Quindi ho continuato a leggere, con la
vista annebbiata dalla tensione:
I
primi poeti declamavano le loro opere oralmente, accompagnandosi con la musica,
come già Omero, il poeta più
famoso dell'antichità. Nel mondo greco e
romano sono comunque molti i
poeti degni di nota.
Quindi sto poeta è come gli speaker amici
miei che parlano e poi mettono la musica. Infine è come un tale Omero e
generalmente opera in Grecia e a Roma. Quindi qui a Torino com’è la situazione-poeti?
Niente?
Seguiva, su Wikipedia, una sterminata
“lista di poeti della Grecia antica e moderna”.
Niente, la Grecia ritornava un po’ troppo sovente
in questa descrizione. Da cui ho capito che il posto dove è nata questa cosa
della poesia oggi sta colando a picco, mi domandavo se ci fossero correlazioni
ma ho lasciato stare.
Insomma, poi lui, egli, è entrato nella
stanza. Il poeta. La cosa divertente è che era un tizio normalissimo, vestito
più o meno decente, credo, e si è messo qui vicino a me.
Mah. Era uno veramente indecifrabile. La
sua faccia attonita non aggiungeva nulla alla definizione di Wikipedia. Chi sei
esattamente? Avrei voluto chiedergli. Ma me ne sono stato zitto.
Poi, finalmente, si è messo a dire le sue
cose, queste cosiddette poesie.
E vedevo che la gente intorno cominciava a
ridere, qualcuno a piangere, altri a corrugare la fronte in un pensiero che
prendeva vita sulla pelle, sulle rughe, sulle ciglia.
E fu così che ho capito cos’era un poeta.
Un
poeta era come una pistola caricata a parole anziché proiettili che suscitava
sentimenti nelle facce degli altri e che, anziché uccidere, li teneva tutti in
vita.
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