Tornare a casa è sempre importante, qualunque sia la casa. Ovunque sia. Almeno per me, che ci vivo dentro nella maggior parte del tempo a mia disposizione! E ogni ritorno, fosse anche dalla spesa al supermercato, è sempre diverso. Questa volta, dalla Sardegna, dalla vacanza più lunga che io ricordi negli ultimi 15/20 anni della mia vita (ben 16 giorni!) è stato un viaggio nel viaggio.
Vedere luoghi, ascoltare storie di chi vive in quei luoghi, con la saggia guida della loro esperienza è stato così bello, così significativo, così interessante ed emozionante, che mi ha fatto venir voglia di riflettere sui miei, di luoghi, sulle mie, di radici. Quindi è stato un ritorno pieno di propositi, molto "grigio possibilità", come direbbe quel genius loci sabaudo di Lapo Elkann ;)
Ovvero la possibilità di guardare Torino con lo sguardo nuovo che ho adesso, ma anche i suoi spazi circostanti. Come i nostri amici sardi amano e conoscono come le proprie tasche i loro paesaggi devastantemente belli, ma anche le controversie della propria terra, così anche io voglio conoscere sempre di più le montagne di qua, per esempio, e la loro di controversia. Infatti domani vado a sfidare
certe mucche con le quali ho un conto in sospeso (a loro favore, naturalmente).
Poi è stato un ritorno (considerato che nell'ultima settimana sono stata sotto il sole e immersa completamente nella natura, nella sua bellezza più formidabile e insieme minuta, panorami incontaminati, selvaggi, e piccoli frutti del mare, piccole foglie, piccoli animali) in cui ho preso contatto forse per la prima volta di essere cresciuta, di vivere, di amare e considerare casa e un po' anche "felicità" e mite rassicurazione un luogo complicato, elegantissimo, come Torino, ma al tempo stesso tutto di asfalto e cemento. Cemento lavorato, curato, ideato da menti molto ingnegnose, ma pur sempre cemento. Edifici su edifici, palazzi su palazzi. E poi auto ovunque, semafori, pali, tram, cose enormi, portici, marmi, statue, ponti, negozi, catene, negozi, negozi, negozi e insomma ho scoperto l'acqua calda, e al momento ci sono trentacinque gradi secchi nel mio salotto, quindi non sono lucidissima, ma comunque la sensazione, semplice, disarmante, è stata quella. Una sensazione ambivalente. Forse come tutte quelle legate alle proprie radici.
Poi che altro dire? Ho letto qualche bel libro, ma vorrei raccontarvene in diversi post dedicati solo a quello. Per il resto: grazie a chi è passato da queste parti anche in vacanza! Mi fa davvero piacere.
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Spiaggia digitale. |
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Bosa: una città bellissima, piena di colori. |
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Negozio di cinesi. Così, in generale. |
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Bosa #2 |
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Molte pareti sono colorate :) |
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Questo non è un piccione (è uno spaventa-piccioni). |
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Torre. |
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Bosa dalla torre. |
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Lunghissime conversazioni sardo-torinesi e malvasia e la musica delle parole. |
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La bellezza di queste spiagge. Sugli scogli ci sono patelle commestibili e chioccioline. |
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I tramonti vacanzieri. |
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Il vento. |
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Un Ferragosto come non ne avevo mai visti. Una piccola fatica per arrivare a questa spiaggia stupenda che si chiama Scivu e mettendo i piedi in un certo modo la sabbia suona. |
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Il Ferragosto meno affollato della storia (della mia vita). |
3 commenti:
benvenuta !!!
Tornata ieri sera... sono ancora un po' sbaccalita, e il caldo non aiuta. Però dai, Torino non è solo cemento o, comunque, è un cemento bellissimo! :-)
@Anonimo: grazie :)
@leparoleverranno: vero: ci sono anche spazi verdi bellissimi, e vero: è il più bel cemento che io conosca :)
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