mercoledì 4 dicembre 2013

Raccontino pre-Natale.



(Amici: tradizione di questo blog è un raccontino di Natale. Per questo 2013, poiché non scrivevo raccontini da un sacco di tempo, ho voluto anticipare, e ricominciare a scriverne ancora: sempre da leggere insieme a una tazzina di caffè!! Tipo gianduiotti. Buona lettura).


Sebastiano sfogliava una rivista con il ginocchio attorcigliato al palo del tram numero 16. 

Sul display, la data era ferma al 26 di novembre, l'ora alle 15.23. In verità, erano le 23.35 dell'8 di dicembre. Il gelo di quella notte che stava arrivando gli pungeva il naso, e più volte aveva già starnutito. 

L'altro ginocchio stava appoggiato alla bici pieghevole, tenuta insieme ben salda da una catena arrugginita. 

Il blu dei suoi occhi quasi faceva luce sulle pagine bianche della rivista.

A ogni fermata salivano persone.

Diana: una piccolina sui cinquanta. Pantaloni leopardati, borsa di vernice, stivali bianchi, guantini bianchissimi con i brillantini che lasciavano le dita libere. Libere di rifornirsi di continuo dentro un pacchetto di caramelle gommose rosa fluorescente. Un tizio le sorrideva. Il figlio o forse un giovane amico.

Poi era salito Nino, vicino ai cento anni, con un cappello molto grande. Che era caduto schiantandosi sul pavimento. Risollevato da due altissimi trentenni senegalesi, aveva chiesto scusa al mondo, in direzione di nessuno. 

E alla fine era salita una ragazza. Lily. 

In testa, un cappuccio verde scuro di lana, una giacca a vento qualunque e un paio di stivali di quelli che tengono molto caldo. Tra le mani nude, teneva una cesta di vimini che aveva tutta l'aria di pesare quanto lei.

Lily si era seduta accanto a Sebastiano, e lo aveva guardato negli occhi. Per un secondo di orologio. Poi aveva guardato la cesta.

Il nero-notte delle sue pupille, incontrando il blu-giorno di Sebastiano aveva composto come una fascia appena visibile di un colore grigio molto bello, molto interessante.

Lui starnutiva troppo. Lei era quasi sfacciata, a furia di guardarlo e di scrutare le pagine della sua rivista di motori? Bricolage? Non si capiva. Sfacciata ma anche seria, come stesse studiando un caso. 

Non tradiva niente. Il suo volto era di marmo. Gli occhi di Sebastiano di ghiaccio. Di un bel ghiaccio di Natale.

Fino all'ultimo istante, lui era stato insospettabile. Nessuno avrebbe detto mai che voleva parlare. Invece, aveva, alla fine, detto:

 - Scusa.
 - ...
- Scusami, non resisto.
- Cosa?

Aveva risposto lei, con un lampo di terrore. Spingendosi all'indietro.

 - Non volevo spaventarti.

Lui era delicato. Si muoveva piano.

 - ...
- Non resisto comunque.

E si passava una mano tra i capelli.

 - Tu porti in giro di notte una cesta di vimini. Vorrei sapere cosa c'è dentro.
 - Dentro?
 - Cosa c'è dentro.
 - ...

Lily faceva pause lunghe. In cui fissava negli occhi. Non seria. Terribile addirittura. 

 - Mele. Arance. Sapone. E un libro.

Aveva inventariato le sue cose, aprendo il portello della cesta.

 - Porti queste cose con te, di notte?
 - Sì.
- ...
- Molto strana. 
- ...
- La cesta. Con la frutta e le tue cose.
- Tu leggi?

Era intervenuta lei, con una voce da gatto.

 - Tu leggi un articolo che dice: VANTAGGI DEL FAI DA TE.
- ...
- Normale? Ti sembra più normale? Meno. Strano?
- No, infatti guarda.

Sebastiano aveva schiacciato la pagina con il pollice intirizzito dal freddo. Con il palmo rosso della mano, che sembrava morbida, alla vista.

 - C'è scritto S-VANTAGGI. Tu non hai visto la S.

Lily si era sporta all'eccesso, al punto che Sebastiano ne sentiva il profumo di Giappone tra i capelli, di sapone, di mele e di arance. E di pagine di libro.

 - Quindi?
- Quindi cosa?
- Non sei solo? Sei solo?

Lily spaventava tutti con lo sguardo di pietra.

 - Sono solo. Completamente solo. Io e la bici. E la catena. Ma ho anche perso la chiave. 
- E la rivista, anche.
- E la rivista.

La città diventava una città morta. E sarebbe potuto non succedere niente anche per molte altre ore, settimane, mesi. Secoli. Lily doveva scendere, la sua casa stazionava immobile, proprio di fronte alla fermata. Aveva già le chiavi in tasca. Per aprire più facilmente la porta, senza dover rovistare troppo a lungo nella borsa.








3 commenti:

Anonimo ha detto...

mi mancavano... brava, grazie.

Anonimo ha detto...

mi mancavano davvero... brava grazie

Mrs Fog ha detto...

Bello, è il primo che leggo. Come pescare una carta fortunata.