lunedì 10 agosto 2009

Piemontesini al lago.

Per chi resta a Torino in agosto non c'è che una possibilità: rifugiarsi, nei ritagli di tempo, in piscina. Se si capita poi dalle parti di una bella struttura polifunzionale che si affaccia su un piccolo e melanconico lago del verde Canavese, ancora meglio. Lì, in quella piscina linda e profumata, i torinesi e i piemontesi accaldati e pieni di pensieri si ritrovano in riservata combutta. Eccoci qui allora, tutti super bianchi e storditi dalla vita snervante di città, immersi con onorevole sobrietà nella vaschetta idromassaggio (accipicchia!), smunti eppure ancora tirati di quel sorriso "falso e cortese" che tragicamente ci portiamo dietro tutti i giorni e tutta la vita per affrontare qualsivoglia asperità e che piano piano con il calare della sera si spegne in una lieve, delicatissima smorfia di tristissimo terrore per il lunedì che a breve ricomincia. Eccoci qui, assonnati e spenti, tutti uniti nella voglia di riposare a lungo indisturbati. Eccoci qui, con la nostra Stampa beneamata, il nostro costumino che non si nota nuovo di zecca, la nostra coda di cavallo ordinata.

Il silenzio regna sovrano, i bambini sono tutti educati, buonini e defilati. Solo un gruppuscolo di adolescenti "scalmanati" tenta una "selvaggia" giocata a palla in acqua ma a guardarli bene assomigliano in tutto alle loro mamme e ai loro papà all'ufficio, intorno a una macchinetta del caffè a scherzare a turno, fintamente modesti e sempre sommersi da una montagna di simpatiche incombenze lasciando, pacati e pazienti, lo spazio vitale gli uni agli altri. Questa piscina assomiglia a una riserva indiana di questa razza in via d'estinzione che siamo noi piemontesini in ferie d'agosto. Sembriamo panda sbucati dal nulla. Un'animatrice un po' muscolosa tenta di coinvolgere due donnicciole in folli danze rassodanti ma loro, ritrose più che mai, rinunciano e la povera ragazza si rassegna senza insistere. Tutto procede lento e sonnecchioso. Nessuno grida, nessuno schiamazza, nessuno si tuffa. Una bimbetta sui cinque anni è addirittura avvolta fino al mento in un fantozziano salvagente a giubbottino arancione, e tuttavia, si bagna appena i piedini in perenne tremore. Con quarantacinque gradi all'ombra, la bambina di Torino ha sempre freddo. Come sua mamma sua zia e sua nonna prima di lei. E comunque, nessuno è abbronzato. Nessuno mangia a bordo vasca. C'è grande rispetto e quieta serenità. Non ci possiamo proprio credere di avere a disposizione un intero pomeriggio tutto per noi e in piacevole compagnia. Non riusciamo proprio a spassarcela fino in fondo. Controlliamo il cellulare e il portafoglio ogni sette minuti. Una vespa potreppe pungerci, stiamo sempre attenti. Questo è il nostro modo di vivere e di aspettare l'autunno.

Buone vacanze neh!

1 commento:

Amis ha detto...

Fantastico questo ritratto impietoso dei tuoi simpatici concittadini.

Sul treno da Parigi a Eurodisney la scorsa settimana li abbiamo individuati subito con il loro inconfondibile accento, una famigliola di 4 persona, mamma, papà e 2 figlioletti sui 10 anni.
Andavano a divertirsi e facevano commenti sul paesaggio urbano fuori dal treno! Mi hanno riportato un po' ai tempi in cui ci si vedeva alla vecchia Feltrinelli...

un abbraccio,

Rossella