Come quando si torna a casa da un lungo viaggio, oggi vorrei ritornare a 1Q84 di Murakami Haruki. Se ne parla un po' ovunque (ho sentito di recente a Radio 3 un'intervista al suo traduttore Giorgio Amitrano, ne ho letto qua e là opinioni di tutti i tipi in giro per il mondo, ne ho viste alcune copie circolare sui tram e sulle metropolitane).
1Q84. Che, come avevamo scoperto insieme nella parte I del post, che trovate qui, più che un tempo o un luogo precisi si tratta piuttosto di qualcosa di nuovo e misterioso, con regole sue da interpretare, e infatti la Q rappresenta il punto interrogativo (question mark) e non si capisce bene cosa sia successo, come i protagonisti siano balzati dal semplice anno 1984 a questa altra dimensione, stringa di tempo, vita parallela o che dir si voglia. E allora cos'altro c'è, in questo assurdo, implacabile, micidiale 1Q84?
Vi va se andiamo avanti con i numeri giapponesi?
Perché la matematica nel libro è importante. Tengo, uno dei protagonisti, insegna questa materia in una scuola e da bambino era un piccolo prodigio.
ju san) Due lune. Un bel giorno Aomame, la protagonista femminile del romanzo, si accorge che, in concomitanza con il suo ritrovarsi in questo 1Q84, di colpo, nel cielo, appare anche un'altra luna. Più piccola, un po' sbilenca e verde. Ma pur sempre una luna. E "se già una sola luna ha il potere di far uscire di testa le persone, nel caso in cui ce ne fossero due la gente impazzirebbe ancora di più". E infatti. Noi, leggendo questo romanzo, siamo chiamati ad accettare il fatto delle due lune come vero. "La luna continuava a essere silenziosa. Ma non era più solitaria". Il modo in cui Murakami qui tratta il tema della luna, poetico e letterario per antonomasia, (anzi delle lune) assomiglia niente di meno che al dolce frutto visionario di una fantastica-ipotetica conversazione un po' alcoolica ma cristallina tra Giacomo Leopardi al suo meglio (Che fai tu, luna in ciel?) e David Bowie vestito di bianco, seduti comodi su un'ovovia sparata alla massima velocità verso la vetta più alta del mondo, ascoltando i Carmina Burana nell'iPod. All'incirca questo. Non aspettatevi altro.
ju shi) Le ripetizioni. La lettura di questo romanzo è piuttosto impegnativa. Oltre al profondissimo, straziante scavo psicologico, troviamo un sacco di ripetizioni. Infinite volte io mi sono addormentata con il libro sulla faccia, risvegliandomi nel panico (forse nel 20?1). Ciò perché la storia è scandita appunto da queste continue ed estenuanti ripetizioni. Insomma: quasi una "coazione a ripetere" vera e propria. Ripetizioni di concetti, situazioni, addirittura frasi e particolari eternamente riproposti e rispiegati, come se tutti quanti fossimo lettori un po' distratti cui bisogna spiegare tutto, ma proprio tutto tutto. Tranne, ovviamente, l'essenziale, che resta in sospeso come nel migliore dei noir. Questo però non è uno sbaglio. O un errore da allievo di corso di scrittura creativa. Qui c'è Murakami! Quindi vediamo un po' che gli è preso. Personalmente, credo che la ragione sia questa: 1Q84 è una litania ovvero una forma di preghiera.
ju go) La letteratura. Che "risveglia zone sopite nel fondo della coscienza". La chiave di tutto è che questo è un romanzo, anzi è IL romanzo, con le sue sublimi controversie, con la sua sporcizia, con la sua suprema ambizione, come diceva Calvino nelle Lezioni Americane. (Uhm guarda che coincidenza: lezioni tenute all'Università di Harvard proprio nel 1984). "L'eccessiva ambizione di propositi può essere rimproverabile in molti campi d'attività, non in letteratura. (...) Solo se poeti e scrittori si proporranno imprese che nessun altro osa immaginare la letteratura continuerà ad avere una funzione". E infatti, dico io, chi altro mai avrebbe potuto immaginare qualcosa come i:
ju roku) Little People. Ah. Dunque. Da dove cominciamo? Nessuno sa chi o cosa siano. Se non che si tratta di entità non meglio identificate e di piccole dimensioni (ma che possono variare eh), che sono in grado di uscire fuori in sei dalla bocca di una capra morta, che se una bambina li accomuna ai sette nani possono allora all'occorrenza aumentare a sette, che ce n'è uno addetto al sottofondo musicale, che costruiscono crisalidi fatte di aria, che uno ha la voce roca, che un altro ha la voce bassa e che tutti insieme hanno una forza enorme, un potere oscuro ma inequivocabile e se, ad esempio, scoppia un temporale da Diluvio Universale, potrebbe essere colpa loro, come anche la morte violenta o altre peggiori sciagure. Si è capito qualcosa?
ju shichi) Il corpo. Aomame è maestra di stretching. "Per scacciare quel senso di languore, si mise a fare stretching". Nel tempo (25 minuti) della Sinfonietta di Janáček, lei compie un esercizio di sua invenzione volto a risvegliare con minuzia tutti i muscoli del corpo. "In quel momento riuniva in se stessa l'aguzzino e la vittima". Grazie a queste sue approfondite conoscenze anatomiche, è in grado anche di uccidere con lucidità. L'essere cresciuta in una setta religiosa, le facilità il compito. E quando entrerà in contatto con il Leader, il suo ruolo nella storia si svelerà con chiarezza.
ju hachi) Romeo e Giulietta. "Se non credi al mondo, se non hai un amore, tutto non è altro che finzione". Tengo e Aomame si amano da così tanto tempo da spezzare il cuore. Forti di questo, niente li fermerà più, neanche, forse, i Little People in persona.
ju ku) Il respiro, la meditazione. I personaggi spesso nel romanzo "regolano il respiro". E Murakami, essendo giapponese (sic.) e un maratoneta conoscerà di certo la meditazione. In parole povere, respiro e meditazione possono aiutare a sperimentare una condizione altra rispetto alla realtà, senza tuttavia snaturare il corpo e la mente. Accrescendo, anzi, eventualmente, la consapevolezza di se stessi e del mondo intorno. Quindi questo 1Q84 è una condizione altra allo stesso modo. Come i sogni. Come i libri.
Ci sono anche altre cose qui. L'architettura giapponese. Moltissimo sesso strano. Un piccola cucina dove si cucinano cibi buoni. Le spietate dinamiche editoriali. Persone che spariscono. Domande senza risposta. Personaggi minori stupendi. La prospettiva di un cambio radicale di identità (anche con chirurgia plastica). Un ricongiungimento tardivo tra un padre in coma e il figlio (forse non suo). Un orfanotrofio. Una casa-rifugio per donne maltrattate. Il cangiante effetto che fanno i pesci rossi in un acquario. Una casa piena di cose tutte bianche. Molti film. Il banale mondo reale che entra ed esce all'occorrenza. Uno scivolo per bambini. L'enigma dell'avere trentanni. Molti soldi. Una pistola. La tenerezza infinita del finale.
Ma mi fermerei qui. Se poi avrete voglia, andremo avanti quando uscirà l'altro volume. Quanto a me, adesso regolo il respiro, e mi metto ad aspettare.
Buona settimana!
c\_/
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