Cari lettori, amici, parenti, bloggers, non-bloggers, passanti occasionali, bambini, adulti, ottuagenari, spiriti-guida, twitters, facebookers, spammatori indefessi, torinesi, non-torinesi, stranieri, bevitori di caffè, bevitori di mojito, quadrupedi, stelle scintillanti, persone di Librinnovando, frequentatori di luna park e tutti gli altri: un mese è trascorso dall'inizio del mio Nanowrimo.
Come immaginavo, sono rimasta sotto le battute previste dal gioco, ma qualcosa ho scritto. Mi piacerebbe completare questa storia, raccontarvela fino alla fine: nella mia mente più o meno c'è già tutta.
:)
Intanto, vi ripropongo il mio incipit. E all'anno prossimo con Nanowrimo !!
Mi chiamerei Lorenzo e questa sarebbe la mia cameretta: un lampadario di paglia con appeso un gabbiano di legno che, se tiri un cordino di stoffa, si muovono le ali. Un tappeto a forma di camion dei pompieri o di taxi. Una cesta di vimini piena di macchinine, robot, dinosauri e anche un orsacchiotto marrone: perché avrei già almeno dieci anni ma un orsacchiotto marrone, in certe situazioni, può ancora fare comodo. Poi: un armadio azzurro pieno di adesivi, jeans e magliette verdi e gialle con le scritte. Una cassettiera con sopra una luce bianca a forma di alieno-uovo con le orecchie da tenere accesa la notte. Un cane di nome Tamburo che dorme nella cuccia sotto al mio letto. Un tavolo di legno pieno di fogli e matite. Molti libri di diverse dimensioni. Un trenino. Una pista di macchine da corsa. Un computer. Mio fratello. E infine, la cosa più importante: una scatola blu rivestita di velluto e piena, molto piena di yo yo. Perché io sarei un campione di yo yo: il migliore della mia città, anzi della mia nazione. Avrei tutte le coppe sul davanzale e dalla finestra di questa mia cameretta, vedrei una bella città dell’Europa fatta di luci e di palazzi alti. Ma non ho ancora capito quale. Non lo so se posso saperlo: ho provato a scoprirlo, ma non ci sono riuscito. Però è sicuro che mi chiamerei Lorenzo e sarei quasi un ragazzo, ma per il momento mi chiamo ancora Samay, che vuol dire contemporaneo e sognatore, è un bel nome ma sono troppo piccolo per giocare con gli yo yo. Dove abito ora ce n’è uno solo, di legno, dentro la scatola dei giochi, e lo usano sempre i bambini più grandi. Adesso purtroppo ho solo quattro anni, non so scrivere né leggere, e non so fare molte altre cose, anzi, a essere sincero, non so fare proprio assolutamente niente di speciale.
c\_/
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