venerdì 15 giugno 2012

Taccuino siriano.





Leggerlo qui, ovvero su Pinterest, con immagini, video, suggestioni che accompagnano frammenti di testo, è una bella esperienza, già autoconclusiva, per certi versi. Ma al tempo stesso un'esperienza aperta, e tesa al libro vero e proprio, come per voler ricomporre tutti i pezzi di un puzzle.

E così ho acquistato Taccuino siriano di Jonathan Littell di Einaudi. Quando l'ho preso io c'era una promozione, così l'ho avuto, in ebook, a 0.99 cent. Il che mi porta a fare una riflessione. 

Se è vero che è giusto o importante o valoroso conquistarsi le cose con fatica e grande dispendio di energie o di denaro, quindi che se qualcosa costa molto allora vale molto; non credo però sia vero il contrario. Cioè che ciò che costa poco vale poco, o per lo meno non credo ci sia una corrispondenza biunivoca. 

Capitano infatti cose "facili" come un ebook a 0.99 cent. che hanno un valore inestimabile. Ed è senz'altro questo il caso. Dopo le stragi di innocenti in Siria dei giorni scorsi, in particolare di bambini, nella città di Homs, avevo iniziato a informarmi sull'accaduto, che, inevitabilmente, credo come per tutti, mi aveva preoccupata molto.

E poi mi sono messa a leggere questo libro, questo "rendiconto di un momento breve e già scomparso", questo documento di un viaggio clandestino compiuto dal suo autore in Siria. L'autore è lo stesso delle Benevole e questa realtà non lascia indifferenti, se avete letto o conosciuto in qualche modo quel capolavoro. Ritorna in questo caso anche il contatto diretto con la Storia, che nel Taccuino però è attuale, reale, contemporanea e priva di alcun espediente retorico né narrativo. Si tratta proprio infatti di una fedele trascrizione degli appunti di una permanenza scomoda, in un territorio in cruenta trasformazione. 

Traghettati dal "passatore" al-Ghadab/Collera, Mani il fotografo (insieme hanno realizzato anche reportage apparsi su Le Monde e La Repubblica) e lo scrittore attraversano dunque le zone al centro della rivolta contro Assad dell'"esercito libero". E si sente tutto il coinvolgimento, il bisogno minuzioso e terrorizzato di raccontare. La forza di chi vuole registrare qualsiasi cosa, qualsiasi dettaglio, qualsiasi emozione, anche la peggiore, perché sa che questa operazione ha un significato. Un gran significato, che è IL significato, ci si accorge leggendo, dello stare al mondo. Esplorarlo come si riesce, descriverlo, schivarne i colpi, provare a migliorarlo, sognarlo diverso, sognare molto, sognare Foucault, come accade a Littell, avere incubi, lasciarsene spaventare o sorprendere e poi identificare delle possibilità, anche solo attraverso la semplice descrizione, la cronaca. 




3 commenti:

Sandra c'era una volta Ilaria ha detto...

Vorrei soffermarmi sulla tua affermazioni sulle cose di poco prezzo, è vero non sempre valgono anche poco. Capita che siano veri affari, e soprattutto per un certo genere di articolo pagare tanto non significa affatto avere tanto, vedi i vestiti firmati che di made in Italy non hanno un tubo. Purtroppo mi occupo di sdoganamenti e adempimenti fiscali nell'Unione europea e potrei citare grossi nomi che spacciano porcellane tedesche fatte in cina, abiti di stilisti italiani fatti in turchia e tanto altro, spesso paghiamo caro articoli di vera paccottiglia. baci

noemi ha detto...

@Ilaria Pedra: pazzesco, sono contenta di trovare conferma allora della mia teoria!

Unknown ha detto...

Che bello l'Opus davanti alla tazza
^___^