venerdì 30 luglio 2010

Compleanno.

Lunedì parto per la Sicilia ventinovenne e tornerò poi a Torino trentenne. Sono molto felice per le vacanze, ma fino a qualche minuto fa ero un po' preoccupata per il compleanno.

Nelle ultime settimane si è abbattuto sulla mia vita quotidiana uno strano silenzio. Uno strano senso di sospensione e di attesa che si dirama su tanti fronti della mia esistenza, su quasi tutti. In questo vuoto, in questa inconsistenza, in questa incertezza cosmica, ho comprato l'ultimo numero di Vanity Fair con la discussa intervista a Roberto Saviano. Leggendo, ho anche pensato che lui ha un anno più di me, è un ragazzo come me. Malgrado lui stesso, malgrado la sua stessa volontà, molti lo definiscono un eroe. E tra questi ci sono pure io. Fin da subito, quando è uscito Gomorra, ho pensato questo. Ho riconosciuto il suo coraggio di dire la verità come qualcosa di assolutamente fuori dall'ordinario. Mi ha sbalordita la sua grande assenza di paura, in un mondo costellato di micro paure. Paure di prendersi stupidi rischi, minime responsabilità, paure di sbilanciarsi di un millimetro, di tradirsi, di fare un passo falso, figuriamoci di perdere la vita per aver detto le cose come stanno.

Così come fin da subito ho capito che la mia posizione del mondo si trovava all'esatto opposto della sua. Mi sono sentita come un imbianchino che dipinge le pareti con l'acqua anziché con il colore. Invisibile. Innocua. Trasparente. Ma anche tutto sommato al sicuro, nell'indifferenza generale, e soprattutto libera. A conferma di questo, leggo una sua frase che, ad ascoltarla bene, rivela molto sulla sua vita di prima (forse non poi così felice) e di dopo Gomorra: "Io per anni non ho festeggiato i miei compleanni. Ma da quando sono blindato rimpiango tutti i compleanni mai festeggiati".

Mi sembra una frase piuttosto generosa e compassionevole. Indulgente e amorevole verso chi non è Saviano, verso noi che non abbiamo il suo coraggio, ma siamo in possesso dell'unica cosa che a lui oggi manca, cioè la libertà. Nell'intervista dice anche che gli mancano le passeggiate mano nella mano, le fritture di pesce a Pozzuoli, vedere suo fratello alla luce del sole. A lui mancano queste piccole cose, a me qualche minuto fa mancava il richiamo a un significato netto della vita, consistente e profondo, costante soprattutto. Adesso mi si è chiarita almeno una cosa: se non un significato, io avrò di certo un compleanno. Una piccola festa, vedere un'amica che è come una sorella, passeggiare sotto il sole mano nella mano con il mio fidanzato, mangiare pesce in bella mostra, senza nascondermi.

Allora l'8 agosto, il giorno del mio trentesimo compleanno, proverò a fare tutte queste cose contemporaneamente, cercando di sentirle ancora di più, di apprezzarle doppiamente, di valorizzarle anche per lui, per questo straordinario, rarissimo eroe dei trentenni e delle generazioni future.

2 commenti:

Elena ha detto...

La frase "Mi sono sentita come un imbianchino che dipinge le pareti con l'acqua anziché con il colore" è proprio d'effetto...azzeccata!
Anch'io mi sento così...però, paragonandosi a Saviano, direi che è un bene! Essere liberi di fare quello che si vuole quando si vuole non ha prezzo!
Buone vacanze...se non ci sentiamo più...ma soprattutto se non ti intaso più la posta!! :)
Baci Baci

noemi ha detto...

Grazie ^_^ e non mi hai affatto intasato la posta, anzi... sei molto carina :D

sono d'accordo: la libertà è senza prezzo.