giovedì 4 novembre 2010

Lego.

Ciao. Sono una mini-Lego. Vivo su questo tavolino giallo. Coltivo fiori, che ogni tanto applico sui capelli. Ho un mezzo di trasporto in cui c'è una faccina gialla che sorride, vivo in una casa rosa e per amico ho un cavallo bianco.
No, ecco, è tutto un giro di parole per dire che - come a molti ex bambini o attuali bambini - mi piacciono i Lego. E così oggi ho ritrovato questi, che non appartengono però alla mia infanzia bensì a un'epoca più recente e per varie ragioni li avevo comprati ma adesso stavano in una scatola rosa. Allora, non per fare la filosofia dei Lego, però i colori accesi, rassicuranti, le minuzie e gli arredi di un minimondo che per quanto spigoloso in realtà sembra così morbido, così accogliente, confortevole, mi hanno portata ad alcune riflessioni. Ad esempio sulla possibilità, partendo dai celeberrimi mattoncini, di creare qualcosa che prima non c'era, oggetti, ma anche concetti, piccole opere d'arte o anche solo un cubo disordinato. Ed è così che in molti abbiamo iniziato a costruirci la vita. Anche se il risultato magari era un informe para-cubo-semovente con dentro uno smile, quello era il nostro cubo, il nostro progetto, la nostra idea primordiale.







4 commenti:

Elena ha detto...

Anche a me i lego sono sempre piaciuti! Pensa che 2 anni fa a Londra, in un negozio di giocattoli e all'aeroporto, ho visto un bel pò di costruzioni giganti fatte con i lego!! Bellissime!
Baci baci

noemi ha detto...

@Elena: a Londra chissà che belli erano, very british...

Annarita ha detto...

Ho trovato finalmente finalmente il posto giusto,dove una tazzina di caffe non mi fa venire la tachicardia,ma mi fa sorridere!
Ciao
Annarita

noemi ha detto...

Ciao Annaritta! Benvenuta ^_^ e grazie per la visita!! Che bello il tuo blog: si imparano un sacco di cose! Torna a trovarmi!