C'è una cosa che non vi ho detto del mio viaggio a Genova. Ed è la lettura che ho fatto sul treno (e poi finito oggi a casa).
:)
Era da un po' che volevo accaparrarmi questo libro, e finalmente l'occasione è arrivata. E non solo perché il suo autore è Luca Iaccarino che, tra le altre cose, è il fondatore di ExtraTorino: la rivista sublimemente sabauda che da un po' di tempo ha la pazienza di sopportare anche me e i miei non-veritieri oroscopi (Eh? Sì, è tutto vero!).
Ma anche perché ero proprio curiosa di leggerlo: non sapevo nulla: solo il titolo, l'editore Add, la copertina e che aveva a che fare con l'esperienza dell'autore in ambito enogastronomico (non mi perdo la sua rubrica su Repubblica di Torino sui ristoranti low cost :P).
Certo: non mi aspettavo però niente di simile.
Veniamo subito al punto: "un libro di storie gustose" è il modesto sottotitolo ma, fin dall'epigrafe, io mi commuovo e capisco subito che c'è dell'altro, c'è qualcosa di più.
Comunque per riassumere, il libro è suddiviso in quattro sezioni, che corrispondono a quattro esperienze culinarie di Luca e La Sua Simpatica Famigliola (leggendo, capirete perché lo scrivo così hehe), composta da lui medesimo, la Serafica e Mooolto Paziente Moglie Lisa e il piccolo Edoardo (aka Mister Nasello).
1) Un pasto completo nel miglior ristorante del mondo: il Louis XV di Alain Ducasse a Montecarlo. Ah, solo a scriverlo mi sento una principessa u.u
2) Tre giorni di lavori forzati attenta osservazione dentro la cucina di uno dei più rinomati ristoranti piemontesi: la Taverna di Fra' Fiusch (e questo a mio parere è il capitolo più significativo: qui c'è la luccicanza :D, quel qualcosa in più, di "extra" che ti fa pensare: questo libro mi sta insegnando qualcosa, attraverso l'esperienza. E a pag. 103 e 109: ecco che mi ricommuovo).
3) Qui invece si rimane a occhi sgranati O_O perché l'autore sceglie di inventariare una quantità irriportabile di cibo di strada palermitano: vi dico che sopravvive a tutto e non sta neanche male.
4) Una serata tra amici: Luca e consorte sono di origini liguri - visto che il Limonte ha senso? Lo dicevo, io! (vedi post precedente) -, e la cena si svolge a Savona, a casa Iaccarino-Massaferro. Luca torna tra i fornelli (come da Fra' Fiusch) e qui non ne sbaglia una (anzi, no, sbaglia le tagliatelle ai funghi porcini romeni, incredibile!).
Quello che più mi ha colpita alla fine è la confidenza che queste avventure aiutano a prendere con i materiali, i prodotti, la semplicità della natura, che è "il miglior cuoco": che bello leggere gli elenchi di preparazioni, ricette, alimenti: un consiglio però: NON leggetelo a digiuno, come ho fatto io, stavo per mangiarmi letteralmente le pagine (uhm n.d.r. questo con l'ebook non si può fare, no no no).
E poi la dedizione: qui testimoniata da eloquenti immagini hehe, verso le cose fatte bene, verso lo stupore che nasce da una passione sincera e totalizzante: viene da pensare cosa non si fa per amore, in questo caso del buon cibo: anzi no, non del "buon" cibo e basta, del cibo in generale.
Dire fare mangiare è un diario di bordo con la forza dell'ironia e dell'umiltà del suo compilatore. Ed è una lettura nutriente sul serio, piena di luce, molto spensierata.
3 commenti:
gnam!
@Ilaria: yum
Cara Noemi, penso che se fossi uno scrittore vorrei sempre che i miei libri venissero recensiti da te ; )
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