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Lettere, cartoline, biglietti d'amore. |
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Cartoline da Alba e "Cormaiore" e altre località di mare, lago e montagna. Da Cannes a Venezia, da Nizza a Lecce. |
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Cartoline di ogni singolo viaggio. |
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Goteborg, Svezia. "Maria cara, se avessi le ali di questi uccelli volerei fino a te. Non potendo fare ciò affido i messaggi dei nostri cuori sinceri a questi piccoli alati. Coraggio Maria, la tua costanza vincerà ogni cosa". |
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Alba 24 settembre 1943. |
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Pietra Ligure 29 agosto 1940. "Cara Maria abbiamo deciso di fare ritorno a Torino sabato sera". |
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9 settembre 1943. |
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Alba 4 gennaio 1944. "Proprio oggi ho ricevuto un telegramma che mi informa che la mia lettera è stata ricevuta. Amata Maria è inutile che stia qui a descriverti il mio stato d'animo alla notizia della nuova incursione su Torino". |
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"Maria cara. Contavo di essere a Torino venerdì ma temo che non mi sarà possibile perché quel giorno dovrà essere operato un mio ammalato". |
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Pasqua 1938. "Auguri vivissimi". |
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"Ho ricevuto in questo momento la tua attesissima lettera". |
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"Ti mando tutti i miei baci". |
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"L'altro giorno senza volerlo sono stato tanto cattivo con te". |
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Alba 2 novembre 1943. "Il mio viaggio di ritorno sabato sera, Maria amata, è stato lungo, tanto lungo che pensavo non avesse più fine. Quando ti ho lasciata, una sensazione di abbandono, di solitudine, di desolata e sconfortante solitudine mi ha travolto ad un tratto e un nodo stretto stretto mi ha serrato la gola. Presagio forse di quello che dopo qualche giorno sarebbe accaduto?"
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Qualche anno fa, vivevo ancora con i miei genitori, e durante un trasloco, nella casa in cui saremmo andati ad abitare e io avrei vissuto per quattro anni prima di trasferirmi con il mio fidanzato nell'appartamento in cui abito adesso, ho trovato, tra mille altri oggetti di varia natura, anche una scatola di lettere, cartoline e biglietti.
In quella casa viveva e lavorava un medico, con la moglie. Quando entrambi sono morti la casa e lo studio sono rimasti sguarniti e messi in vendita dai nipoti, perché loro non avevano avuto figli. Quindi tra quelle mura, che in parte sono passate di proprietà della mia famiglia (proprio gli spazi dello studio di ricevimento medico) si trovavano incustodite molte cose di nessun valore economico, che i parenti non hanno mai chiesto di avere indietro.
Così in quel momento mi è sembrato normale prendere quelle lettere e conservarle. Ricordo di averle lette quasi tutte in quei giorni anche se la calligrafia, come quella di tutti i medici, è spesso indecifrabile. Il periodo storico di questo epistolario parte dal 1938 e arriva agli anni Sessanta circa. Dentro, c'è una vita intera. C'è il grande e tenero amore che univa questa coppia, qualche dettaglio su un'adozione che non è mai avvenuta, qualche litigio e la guerra. Oggi, in questo giorno particolare ho voluto riprendere in mano quei materiali che stavano lì nella mia memoria come un immeritato tesoro.
Non ho mai saputo cosa farne, avevo provato a scriverci un racconto (uh, forse addirittura un'ambiziosa sceneggiatura per un documentario :) mandato a qualche concorso, ma forse nemmeno, non ricordo più. Poi ho semplicemente accantonato l'idea e ora rieccoli qui, Maria e lui, che non voglio nominare perché è l'autore di tutte queste parole, queste speranze, questi mille impegni che gli riempivano la vita, qualche volta gli facevano saltare i nervi, cadere nello sconforto, dormire poco, viaggiare troppo.
Sullo sfondo c'è la mia città, Torino, ma c'è anche Alba dove lui deve aver vissuto e lavorato per un periodo, ci sono le montagne dove facevano un sacco di passeggiate, il mare, la Francia, i treni, le comunicazioni traballanti, gli incoraggiamenti nei momenti (molto) difficili, gli amici e i parenti, i bombardamenti, gli allarmi, le emergenze. Una piccola storia come tante che è capitata tra le mie mani. Ora che ho un blog posso finalmente farle riprendere respiro e metterla in circolazione, restituirle un po' di vita.
Ancora buon 25 aprile!
c\_/
10 commenti:
Ho pensato al dottor Rieux, di Camus.
Non so perchè.
Però è proprio un tesoro bellissimo, non c'è che dire.
@Celia: è vero, ora che ci penso viene in mente anche a me... Sì, comunque: un bel tesoro da custodire!
Che bello..strano che i nipoti non li abbiano chiesti, io li avrei di sicuro voluti e tenuti.
@Silvia: sì, aveva sorpreso anche me: vivevano fuori città, hanno spiegato che non erano interessati a custodire le lettere... non so perché, forse non erano in stretti rapporti, o preferivano non serbarne il ricordo, in quel momento particolare. Non so, non ho mai capito. E quindi le ho conservate io. Naturalmente, loro sono liberi di riaverle quando lo desiderano :)
Commovente... Sembrano passati anni luce da quando colmavamo le distanze con le lettere...
@amisaba: davvero... spero che un blog come questo possa contribuire a restituire un po' di vita a quelle atmosfere!
Non potevano trovare lettrice più delicata, più affettuosa di te quelle lettere scritte con antica bella calligrafia..Ti è stato consegnato un tesoro:mai per caso... Sarai stata scelta come "nipotina adottiva"e certamente è un bel segnale: di lassù sorrideranno contenti di vedere il loro tesoro di memoria in buone mani.
Rileggile spesso quelle parole, guarda le cartoline,avrai un pezzetto di famiglia in più.)
@tartetatin: grazie grazie :) spero di meritare questa fortuna...
sono anche io del parere che non potevano trovare custode migliore!
@towritedown: grazie!! :) :)
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