sabato 19 dicembre 2009

La contessa di ricotta.


Senza una ragione, non avevo mai comprato nessun libro di Milena Agus. E ho fatto male, lo dico subito a chi fosse interessato. Ieri invece, sotto una neve gelata, gironzolando "per regali" (stramazzando anche per il costo eccessivo di certi oggetti), ho comprato "La contessa di ricotta". L'ho fatto ben bene impacchettare e ci ho anche scritto sopra il nome della persona cui lo volevo donare. Ma poi, sul tram, schiacciata dalle eleganti borse dello shopping, dai cappotti puntinati di fiocchi di neve, dalle sciarpe "profumate" di ristorante cinese e sigarette, ecco che la belva selvaggia che c'è dentro di me si è risvegliata all'improvviso. E si sa che quando le bestie feroci si svegliano possono combinare guai. E così è stato. Insinuante come un serpente a sonagli ho infilato la mano nel pacchetto della Feltrinelli, ho divelto il sigillo dell'associazione di volontariato che aveva composto il pacchetto con amore, ho sfilato il libricino. Tutto sotto lo sguardo accusatorio di uno studente liceale che mi sedeva accanto infreddolito. E sì, purtroppo o per mia fortuna, in quei 40 gradi sotto lo zero, mi sono messa a leggere il libro. "Sei mio" ho pensato famelicamente. E sono stata ricompensata dal piacere di trovarmi tra le mani una vera meraviglia. Una sorpresa inaspettata di Natale. C'è anche un personaggio, non proprio una simpaticona, che si chiama come me.

La contessa di ricotta
, che belle prime pagine. Che bel libro, a partire dalla copertina. Che scrittura incisiva, "morbida" come la neve e dura come il ghiaccio.

Vi lascio solo questa frase: La cosa buffa è che tutti le raccomandano di farsi rispettare e poi sono i primi a trattarla senza riguardo.

Va bene: così adesso, amici miei, me lo vado a leggere impiegando in tal modo la tarda mattinata del sabato. Auguri a tutti. E buona "atmosfera prenatalizia"!

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