martedì 16 marzo 2010

Un pomeriggio in biblioteca.

Eccoci. Come promesso qui, ho trascorso un pomeriggio in biblioteca!
Questa biblioteca si chiama Alberto Geisser e si trova, per chi è di Torino, in corso Casale numero 5 - Parco Michelotti (ex giardino zoologico).
Vi dico subito gli orari: lunedì: 15/19.45, martedì e mercoledì: 14/19.45, dal giovedì al sabato: 8.15/14.
Così, chi fosse interessato si può organizzare e non capitare a caso come me l'altra volta e trovare chiuso.

Cenni storici. Chi è Alberto Geisser? Cito dal sito del Comune di Torino:
"(Torino, 13 febbraio 1859 - Roma, 11 febbraio 1929), [...] banchiere e imprenditore svizzero, realizzò importanti iniziative filantropiche e socio-economiche, istituì biblioteche circolanti a Torino, e fondò il Consorzio delle biblioteche nel 1907".

E ancora: "La biblioteca nasce nei primi anni Settanta come prima biblioteca civica decentrata. [...] L'edificio in cui è collocata la biblioteca è stato costruito negli anni Cinquanta, come sede dell'Associazione provinciale Macellai: all'interno è ancora visibile una pittura murale che rappresenta il mito del bue Api".

A questa biblioteca si arriva tramite un percorso torinese che sembra studiato nei minimi particolari da Madre Natura per favorire la calma e la concentrazione. Se si proviene dal centro, si attraversa il Po (non a nuoto eh!) e ci si riconcilia con il mondo, specie nel pomeriggio tiepido di oggi in cui il sole filtrava l'aria fresca e inebriante di quasi-Primavera.
Entrando, salutati dal cinguettare di fringuelli, ci si immerge subito in una certa inconfondibile atmosfera rasserenante. Si sale al primo piano e ci si siede (sotto c'è lo spazio lettura per i bambini, le presentazioni e la fonoteca). A disposizione si trovano anche alcune poltroncine che fanno un po' salotto e un po' Barnes & Noble.
Ho preso posizione ed ecco i miei pensieri:

- in una biblioteca è molto importante la vista: di tanto in tanto il lettore stacca gli occhi dal libro e ha bisogno di vedere qualcosa di bello e appropriato per elaborare ciò che ha appena letto oppure per distrasi e pensare alla cena. Qui si vede una bella fontana zampillante e le case basse e bianche di corso Casale.

- in questa particolare biblioteca - dove ritorno dopo tanto tempo - I've memories. Ho preso decisioni importanti sulla vita, sul lavoro, sull'amore. Niente meno. Quindi tornarci mi emoziona un bel po'.

- mi sento leggera. Oggi sono una donna con la borsa in finta pelle di Biba, il giornale, un quadernino moleskine, una bic, una sveglia rosa appena comprata ancora nella confezione e soprattutto: un romanzo da leggere. Sì un romanzo. E non quei mattonazzi immani da studente. E non quelle astruse fotocopie zeppe della scrittura incomprensibile e autoreferenziale dei prof più insicuri. E non il liso portapenne. E non l'algido evidenziatore. E non la valigia pesantissima taglia-spalle. E non l'esame domani e non so niente. Guardandomi così tranqulla al tavolo con il mio agile romanzo da leggere, forse un tempo mi sarei "invidiata". Non per strane ragioni, ma per la libertà di leggere ciò che voglio. Direi che è valsa la pena di arrivare fino a oggi per vivere quell'attimo di spensieratezza un tempo sospirata.

- c'è un cagnone nero buonissimo che dorme ai piedi del suo padrone, uno studente di fisica. Questo povero cane dormiente di colpo si sveglia e abbaia con voracità!

- ci sono tante piccole librerie in stile Ikea, azzurre, ciascuna contiene libri divisi in macrotemi. Dizionari, scienze, vini, cucina, tecnologia, arte, pittura, musica, cinema, sport, letteratura, storia ecc ecc. Quindi pensavo: in biblioteca c'è tutto. Provate a immaginare questi mondi che si animano tutti insieme. C'è tutto. C'è l'uomo, c'è il sapere, c'è il domani.

- un cartello dice: "I lettori sono invitati a parlare a bassa voce e a spegnere o a silenziare (che bella parola n.d.A.) i telefoni cellulari". Questo per me è un invito a nozze. La mia voce è così bassa che le persone spesso fanno fatica a capirmi. Qui invece mi sento a casa.

- in biblioteca tutto assume una certa importanza. I libri prima di tutto. I dvd, le riviste, le sedie, i tavoli e le persone. Per non parlare dei bambini che sono protagonisti assoluti del mondo delle biblioteche. E anche io qui mi sento importante. Regina del mio pomeriggio e dei miei stessi ragionamenti silenziosi e "silenziati".

- posso leggere come voglio! Mi metto sovente una mano sulle labbra mentre leggo, ad esempio. Qui lo posso fare, nessuno si interessa a me e ne sono contenta. Al tempo stesso bisogna mantenere un certo decoro. Si è quasi costretti a capire ciò che si legge, e anche di questo sono contenta.

- in biblioteca vige la democrazia assoluta. Entra chi vuole. La cultura è gratis.

- a un certo punto sono cascata di sonno sul libro: il classico abbiocco. Non mi succedeva dai tempi dell'università. Sono sempre io! Ma sono anche quella trentenne del punto tre. Ma sono anche la bambina che sfogliava i suoi primi enormi libri pop-up colorati nel "laboratorio di lettura" della biblioteca del Parco Rignon. E un domani chissà sarò una mamma che ci porta i suoi figli. E poi chissà un giorno una vecchietta come quelle che si mettono qui a guardare gli atlanti e le riviste di cucina.

- il ritorno. Il profumo abbagliante giallo, celeste del tramonto. Le case che spargono il rosolare di bistecca impanata. Torino è bellissima e si mostra a quest'ora come un pavone. Mi bruciano gli occhi, cammino su una nuvoletta. Guardo la gente in bici, guardo la gente che scatta fotografie, guardo le macchine che riflettono il sole che scende vicinissimo a tutti noi.

4 commenti:

plutoschi ha detto...

la biblioteca Geisser... ci ho preparato la maturità quand'ero ragazzino. è vero, è un posto particolare, fascinoso, niente a che vedere con tante altre biblioteche civiche tristi e squallide. mi ricordo che andavo lì a studiare, ma poi finiva che leggevo sempre qualcos'altro o andavo a cazzeggiare all'arc en ciel lì davanti (prima che diventasse un agghiacciante cocktail bar minimale)

noemi ha detto...

vero? quella biblioteca è un luogo pieno di silenziose sorprese che agiscono nel tempo. E si finisce sempre per leggere, pensare e fare altro. Oh mi è sfuggito il "localino minimale": mi sa però che non mi perdo molto...

plutoschi ha detto...

una volta esattamente dall'altra parte di corso casale c'era un bar, era punto di ritrovo per il club dei maggioloni (le auto intendo) e frequentato dai vari studenti. era carino, intimo.
poi il proprietario ha pensato bene di trasformarlo nel "some people"...

bello il tuo post, mi ha riportato indietro di 10 anni e mi ha immerso in profumi e sensazioni dimenticate

noemi ha detto...

:) anche per me è stato un tuffo nel passato! Grazie mille per la visita: ho letto un po' il tuo blog e mi è piaciuto!